I mille colori del ritratto:

Parte II

Gli occhi, lo specchio
dell'anima fotografica

“Scrivere e fotografare, o meglio, fotografare e poi scrivere del proprio lavoro non è mai facile perché quel punto in comune, l’ispirazione, a volte fatica ad arrivare.
Se fotografi senza ispirazione fotografi senza anima, se scrivi senza ispirazione il lavoro svolto diventa un vuoto torricelliano impossibile da riempire.

Per questo su Backfocus attendiamo, tanto, prima di scrivere e in questo caso, di fotografare.

Son passati mesi dal primo capitolo eppure abbiamo la stessa voglia di allora di raccontarvi come scrivere e fotografare sono la faccia della stessa medaglia.

Ogni argomento ha la sua importanza ma quello trattato in queste pagine merita una menzione di merito.

Tratteremo di occhi e nulla ispira in fotografia come gli occhi.

Sempre a fuoco, sempre pronti a raccontarci qualcosa; sempre, in ogni caso, leggibili.

Perché sempre di letture si parla, sia in fotografia che nella scrittura.
Iniziamo a scrivere allora, prima di perdere l’ispirazione.

Un esempio di primo...
...e primissimo piano

<< Taglia prima di colorare >>

Non crediate che sia un problema da poco o semplice gusto personale: I colori in fotografia sono essenziali ed è ancora più essenziale accostarli in modo corretto.

Prima di parlare di combinazioni di colori però, va fatta una precisazione.

Nell’articolo tratteremo, questa volta, di tre tipologie di ritratto: mezzo busto, primo, primissimo piano.

Tutti gli altri tagli di ritrattistica saranno trattati in un articolo apposito e dato che parliamo di occhi, non possiamo che concentrarci su queste tre tipologie.

Quindi, iniziamo col dire cosa sono questi tre tagli o meglio, iniziamo col dire cosa è un taglio.
Un taglio, in ritrattistica, non è altro che il punto in cui decidiamo di “tagliare” il soggetto.

Brevemente, senza entrare nel dettaglio perché non è di composizione che parleremo, tagliare nei punti sbagliati un soggetto significa dare un senso sbagliato alla fotografia stessa (es. se tagliassimo gli arti, avreste, guardando la foto, un senso di “mancanza”).

Quindi, come tagliare correttamente?

Mezzo busto

  • All’altezza del petto, senza tagliare però i gomiti. Si preferisce tagliare metà del bicipite

Primo piano

  • Dalle spalle in su. Molto facile da applicare e difficilmente sbaglierete

Primissimo Piano

  • Solo viso. Preferibilmente dalla fronte in giù, con taglio sul mento o sul collo

Oltre questi tre, come categoria a parte, esiste il “particolare”, cioè il taglio su un particolare del viso che permette di isolare il dettaglio. Molto utile quando siamo di fronte ad occhi particolarmente espressivi.

Perché è chiaro, quando si parla di ritratto si parla di espressività.

La giusta combinazione di colori

“E l’espressività passa dai colori.
Scrittura come fotografia. Parole come colori.
E proprio come le parole, anche i colori hanno bisogno della giusta combinazione in relazione al loro peso, per creare l’armonia corretta.
Tutto gira intorno al colore degli occhi del vostro soggetto, unico elemento che non possiamo controllare e quindi, diventa chiaro come suddetta armonia vada ricercata con il resto dello scenario.
Ma esistono “strumenti” che ci possano aiutare, oltre al nostro gusto?

Introduciamo quindi la complementarità dei colori: colori che, insieme, creano un forte contrasto, perché “opposti”.

Il contrasto genera attenzione e per questo utilizzare colori complementari è un’ottima tecnica per creare una buona composizione a livello cromatico.

Blu e arancione ne sono un esempio, come il verde e il rosso. Capite bene quindi che, nel caso in cui il vostro soggetto avesse degli occhi tendente all’azzurro o al verde, bisognerebbe (il condizionale è sempre d’obbligo quando si parla di composizione) creare la scena adatta, magari aiutandosi con i dettagli.

Come detto però, i colori come le parole, hanno un peso; quindi a seguire alla lettera la “regola” (che regola non è) dei colori complementari, si rischia di non dare il giusto peso ai colori.

Prendiamo come esempio il rosso e il verde.
Nel caso in cui vi troviate di fronte ad una composizione con rosso e verde come colori principali e il vostro soggetto fosse a mezza figura, per bilanciare basterà equilibrare la percentuale di rosso e di verde presente.

Il rosso ha un peso specifico maggiore rispetto al verde, quindi va trovato un equilibrio.

Ma se fossimo di fronte ad un soggetto con gli occhi verdi e volessimo un primo o primissimo piano?

In quel caso il consiglio è di evitare il rosso, perché, per quanto in parte minima, distrarrebbe l’occhio dal vero punto di interesse, l’occhio.

Puntate su colori meno forti.
Il bianco ad esempio è tra i colori più gettonati, più neutro ma allo stesso utile per esaltare il soggetto senza invadere troppo il territorio dell’attenzione.

Una massima che vorrei capiste e che vale per ogni concetto in fotografia: evitate il superfluo e i dettagli inutili.
Un dettaglio sullo sfondo di un colore acceso, se non in linea con quello che si vorrebbe trasmettere, è inutile.

Non è facile assimilare questi concetti, lo so, ma l’idea dell’articolo è quella di darvi tutti gli strumenti utili per fotografare, esaltare, incantare con gli occhi del vostro soggetto.

E vi assicuro che abbiamo solamente scalfito la punta dell’iceberg.

Il bianco e nero sono colori

Questa dicotomia tra “a colori” e “in bianco e nero” mi ha sempre fatto sorridere.

Il bianco e nero non sono forse colori anch’essi? Perché creare suddivisione tra la fotografia a colori e quella in bianco e nero?
Ovviamente la mia è una provocazione. La cosmogonia del bianco e nero è chiara e va trovata nella storia dell’immagine, ma non siamo qui per questo.

<< Siamo qui per parlare di colori e di occhi.>>

Quindi perché parlare anche del bianco e nero?

Il bianco e nero spesso viene sottovalutato, soprattutto quando siamo di fronte ad un ritratto dove il soggetto ha degli occhi “particolari”.

La fotografia in bianco e nero ha una peculiarità: aumenta il dettaglio – del soggetto – e corregge le imperfezioni -della foto – creando atmosfera; inoltre, esalta in maniera sostanziale i colori chiari se contrastati con colori scuri.
Un occhio chiaro, se lavorato bene in post produzione, attraverso un bianco e nero dettagliato, può regalare un ritratto, non migliore, ma diverso.

Talmente diverso che a volte farete fatica a scegliere il prescelto, magari per una pubblicazione sui social.
L’iceberg pian piano sta emergendo, portando con sé concetti e dettagli che spero possano essere utili.

Però, nella scrittura come nella fotografia, spesso l’ultimo att(im)o è quello che porta con sé il significato di tutto l’articolo.

Questa volta gli atti son due, divisi per comodità ma riassumibili in un unico concetto: momento giusto.

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backfocus bw ritratto Backfocus fotografia ritratto occhi

Il colore dell'espressione

Il momento giusto per la giusta espressione.

Ma l’espressione giusta non arriverà da sola, non dovete pretendere dal vostro soggetto l’emozione che avete in mente se il soggetto stesso non è in grado di ottenerla.

Ogni essere umano trasmette qualcosa, qualcosa di speciale da catturare. Ma non sempre è quello che avete immaginato prima.

Dovete capire il vostro soggetto. Catturarlo nella vostra orbita e ruotare intorno a lui per comprendere cosa potete assorbire.

Occhi capaci di trasmettere felicità nella vita di tutti i giorni potrebbero non darvi la malinconia che cercate nello scatto.

Non immaginate lo scatto prima ma comprendete quello che può darvi il soggetto. Poi, da quello, costruite la fotografia intorno.
La fotografia è quello che abbiamo davanti, non quello che abbiamo in mente.

Almeno, non solo.

Con un dipinto decidete voi, con una fotografia catturate ciò che avete e che il vostro soggetto riesce a creare.

Attese e velocità:  faccia della stessa medaglia

E poi attendete. Scattate. Attendete. Scattate di nuovo e alternatevi con la raffica. Scatto singolo. Raffica. Ancora scatto singolo.

Il ritratto è composto da dettagli; quei dettagli non sempre visibili mentre inquadrate o talmente cangianti che potreste perderli e trovarne diversi, meravigliosi, ma mai uguali.

Il vostro soggetto, come comportamento naturale e tramite i vostri suggerimenti, farà dei movimenti e dei micromovimenti per trovare la propria isola.
Piccoli, impercettibili movimenti. Movimenti che avranno istanti perfetti, pronti per essere colti.

Lì, in quel macro istante la raffica vi aiuterà a trasformare quei secondi in frame catturati.
Alternarsi è uno dei piccoli segreti per tirar fuori lo scatto migliore che potreste avere, senza mai distogliere lo sguardo dagli occhi.

E poi proverete di nuovo a catturare il singolo, difficile, istante in cui tutto è come deve essere.

Sapete perché?

Non perché ne abbiate bisogno, la raffica vi darebbe più sicurezze, ma perché la fotografia è sfida. Ogni passione è sfida.

Perché si torna sempre lì, mentre voi inquadrate e scattate la vostra attenzione sarà sempre lì, al fuoco sugli occhi, che mai deve mancare, sia in automatico che in manuale.

Perché si torna a dove si era iniziato.

Perché gli occhi sono lo specchio dell’anima fotografica che tenta di catturare ciò che vedete, al meglio delle vostre possibilità.

Perché, in fondo, non c’è nulla di più chiaro e sincero degli occhi e se non li avete a fuoco, forse non siete stati sinceri con la vostra passione.

Quindi scattate.

Perché la fotografia, come la scrittura, merita attenzione e costanza, altrimenti si rischia di perdere il fuoco.
Il fuoco non va mai perso, soprattutto quello della passione.

“Ma questo lo sapete già, altrimenti non navighereste tra le pagine di Backfocus.
Un luogo diverso, dove sarà sempre tutto a fuoco. Gli occhi come la passione.”

A CURA DI

SALVATORE CARBONE

Sport e fotografia. Due categorie che condividono l’importanza  dell’attimo da catturare.